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Il mito e' un racconto che sembra provenire direttamente dalla notte dei tempi. Pare dire – Guarda che io esisto da ancor prima che qualsiasi narratore abbia iniziato a raccontarmi ! – Allo stesso tempo si potrebbe avere l’impressione che, narrandolo, sia possibile ripetere un mito così com’è stato trasmesso la prima volta. Restituendo a un mito suono e voce però, diventa chiaro che esso, pur tramandato di generazione in generazione, si modifica e vive nel presente e per contrasto, nel presente acquisisce il suo senso ultimo in chi lo riceve e lo accoglie. Passeggiando per la metropoli di asfalto e giardinetti, dove la Natura appare contraffatta, dispettosa, compromessa con la vita artificiale, immersi in immagini e narrazioni potenti che da ogni schermo cercano di catturare ancora un poco la nostra attenzione, di indirizzare le nostre scelte, di definire le nostre vite, non è poi così facile scorgere un piccolo dettaglio

capace di risveglia un’immagine, un racconto e una parola mitica altrettanto potente. Una narrazione apace di generare nuovo significato e valore, speranza di agire, di riformulare la propria identità, e la comunità nella quale potersi riconoscere. Un mito che possa essere da sostegno - perché no - a forme di resistenza alla contemporaneità e ai periodi di crisi che talvolta essa contempla.