La storia di Giuseppe Verdi è incredibile, avvincente e sta racchiusa tutta dentro un vecchio  baule impolverato ritrovato in soffitta. Un baule che, solo alla vista, alimenta favole, storie incantevoli, ed ogni oggetto contenuto al suo interno diventa il pretesto per viaggiare con la fantasia portando con sé gli spettatori di tutte le età.

Trasognante ed inebriato dai fumi di un sincero vino emiliano, un narratore accompagnato da un ghignante e giocoso Triboletto, il puppet-buffone indossato e animato da Mariateresa Diomedes, e dai paesaggi sonori dipinti da Francesco Paolino, con gli arrangiamenti musicali di Francesco Ricci, che interpreta un giovane Verdi al pianoforte, ripercorre le tappe più significative dell’infanzia e della giovinezza di uno dei più grandi autori d’Opera lirica di tutti i tempi: Giuseppe Verdi.                                                                                                   La sua, una vita eccezionale sin da bambino: il pubblico si avvicina e conosce un Verdi bambino che si esercita alla spinetta nell’osteria del padre, empatizza con lui per le difficoltà incontrate durante gli studi, condivide il dolore per i lutti privati e poi le gioie dei trionfi nei Teatri d’Opera in tutta Italia fino all’apice, raggiunto con il Nabucco e quel canto, il Va pensiero, vera e propria colonna sonora dell’Italia del Risorgimento; quell'Italia che la sua arte carica di ideali di Unità e Libertà ha contribuito a creare.

Lo spettacolo unisce musica, narrazione favolistica e narrazione storica, raggiungendo non solo un obiettivo di intrattenimento ma anche e soprattutto uno scopo didattico e divulgativo.